Grazie sempre

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Grazie sempre.
Non so perché, ma quella chiamata è come se avesse segnato un punto di svolta nella mia vita.
Sempre a rincorrere, sempre a vedere quello che mancava nella mia vita.
Sempre quell’inquietudine di fondo tutte le volte che al mattino mi svegliavo e aprivo gli occhi: “cosa posso fare oggi? cosa posso vedere di nuovo che non ho mai visto, cosa posso creare che non ho mai creato?”, all’infinito, ogni week end dei miei ultimi 25 anni.

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Grazie sempre.

Non so perché, ma quella chiamata è come se avesse segnato un punto di svolta nella mia vita.
Sempre a rincorrere, sempre a vedere quello che mancava nella mia vita.
Sempre quell’inquietudine di fondo tutte le volte che al mattino mi svegliavo e aprivo gli occhi: “cosa posso fare oggi? cosa posso vedere di nuovo che non ho mai visto, cosa posso creare che non ho mai creato?”, all’infinito, ogni week end dei miei ultimi 25 anni.

“Pronto Carla, c’è Luca all’ospedale”, molla tutto e vieni di volata. Di più non posso dirti.”

Sono attimi che gelano il sangue, il tempo prende un’altra dimensione, si ferma, diventa tridimensionale, va avanti, indietro, si blocca, va nuovamente avanti come un’onda impazzita.

Come in un flow, senza accorgermi quasi di niente entro all’ospedale: “Luca Berti, mi hanno chiamata in uffico, è grave?”
Mi ritrovo qualche minuto dopo a vederlo dal vetro della sala di rianimazione.
E’ un pugno al cuore vederlo così, bendato, con quel tubo trasparente che lo tiene in vita, si vedono solo gli occhi, chiusi.

Un’altro flash, sono a fumare nervosamente sul balcone.
Passa un aereo, quelli con le scritte pubblicitarie che si vedono spesso al mare sfrecciare qualche centinaio di metri sopra l’acqua, con i bagnanti che alzano la testa fra il divertito e l’incredulo.
“Grazie sempre” c’è scritto.
Mi stropiccio gli occhi.
Non c’è più.
C’è stato davvero o è un’allucinazione?
Non lo saprò mai dire.
Ma è una rivelazione.
Squilla il mio cellulare: “Luca ha riaperto gli occhi.”
E i miei vengono inondati di lacrime salate che non sono mai state così dolci.
“Grazie sempre”.
Un messaggio che mi ha mandato l’universo, che non ho mai saputo dire nella mia vita.
Grazie,
per quello che respiro, per questo pianto, per il mio cuore che batte, per il sangue che scorre nelle mie vene, per la mia creatività, per la mia famiglia e i miei amici, per quello che ero e quello che sono.

Grazie, sempre.

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